Mauro Romito | Tre Domande
Micol Di Veroli | 21/06/2010Gendering from camillo gulotta on Vimeo.
M.D.V. Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?
M.R. A volte un’immagine è già un’idea e viceversa. Altre volte entrambe si cercano ma non sempre si incontrano. Lo dimostrano le pagine di taccuini e alcune riprese video che aspettano da tempo le loro rispettive forme. Dovranno aspettare i comodi delle mie intuizioni o le giuste letture. Quello che cerco è il senso e la sua articolazione per immagini.
M.D.V. Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?
M.R. Io penso attraverso il Teatro. Non il teatro come linguaggio ma come idea. Il Theatron, quel luogo ideale del vedere e dell’essere visti, luogo vuoto in cui l’uomo si rappresenta attraverso immagini e azioni.
Che si sia trasformato da grotta a camera oscura, a sala cinematografica o istallazione, questa è solo una casualità, storica o tecnologica che sia.
M.D.V. Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?
M.R. Il mio passaggio dal teatro al video è stato segnato da una mostra di Bruce Nauman, ho riconosciuto alcune influenze degli sperimentatori delle arti performative con cui era in contatto.
Da un punto di vista formale penso che la videoarte sia ancora molto legata alle sperimentazioni del pre-cinema e delle avanguardie storiche. Io mi considero un selvaggio, ho sempre cercato di vedere meno cinema possibile e iniziarmi al video in una maniera spontanea, per quanto il nostro “inconscio ottico” di figli della televisione si possa considerare , appunto, spontaneo. Alcuni nomi dovuti: Abbas Kiarostami, Wim Wenders, Jean-luc Godard, Tacita Dean, Fiona Tan, Douglas Gordon, John Bock, Matthew Buckingham.
Copyright: Mauro Romito, Gendering, 2008, video, color, miniDV, 05.00 min