Elisabetta Di Sopra – Tre domande

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– Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un idea? O da altro?

Per me le immagini video sono visioni interiori che riemergono da esperienze personali. Il corpo femminile è il protagonista centrale del mio lavoro, un corpo che parla alla mente attraverso gesti consapevoli e non. Sono come tanti flash che a volte illuminano, delle volte disturbano, altre volte rivelano, regalando emozioni, suggerendo riflessioni.

– Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

Non ci sono precise influenze. Tutto ciò che sento, che vedo, che tocco rientra nel mio lavoro.

-Quali video maker o registi ti hanno influenzato?

Sicuramente l’incontro e la conoscenza con Bill Viola è stato determinante. Come afferma Valentina Valentini nel suo libro Le pratiche video, il suo lavoro mette in discussione due tendenze dell’arte contemporanea: prima di tutto il rifiuto dell’emozione a favore di una risposta di tipo intellettualistico, secondo l’attento dosaggio del significato cioè una grande capacità di catturare l’attenzione del pubblico senza spiegazioni aggiunte.

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