Giuseppe Di Bella – Tre domande

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Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?

Inizio sempre da una osservazione, da un pensiero o da un’esperienza. In seguito, passo all’analisi e allo sfrondamento sistematico di questo pensiero per astrarlo prima della sua fase finale, che è il mettere in immagine. Quello che mi interessa è preservare la forma essenziale dell’esperienza guardando soltanto al suo aspetto simbolico.

Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?

La pittura ha avuto un influenza molto forte sin dall’inizio del mio lavoro, in particolare quella del Caravaggio, sebbene lo sia meno oggi. È sopratutto la performance in particolare quella relativa alla body art che mi influenza. Penso al lavoro dell’artista italiana Gina Pane, che mi ha parecchio segnato e che trovo affascinante, sopratutto per per quel riguarda il rapporto tra il corpo e il mondo fisico, sociale e politico.

Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?

Il cinema ha sempre destato il mio maggior interesse, benchè io non possa dire che rappresenti un’influenza esclusiva nel mio lavoro. Ad ogni modo amo molto il lavoro di Bergman e quello dei fratelli D’Ardennes. Ma sono più gli artisti come Gina Pane, Mona Hatoum o più recentemente Francys Alys a ispirarmi.

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