M.D.V. Qual è il tuo processo di creazione? Parti da un’immagine o da un’idea? O da altro?
M.F. Spesso immagino scene e azioni che poi traduco attraverso il video. Sono immagini, quindi, che contengono l’idea all’interno dell’azione stessa. L’immagine e l’idea sono un tutt’uno, un binomio che poi analizzo ed elaboro meglio durante la realizzazione del progetto. Alcune volte si è trattato di immagini affiorate alla mente durante il dormiveglia, “visioni” che ho poi ripensato e rielaborato.
M.D.V. Ci sono delle influenze interdisciplinari molto importanti nei tuoi video? Ad esempio la musica, il cinema, la pittura?
M.F. Le influenze derivano soprattutto dalle esperienze vissute, quindi dalle mostre e dai film che vedo o dai libri che leggo. Naturalmente sono particolarmente interessata al mondo della videoarte e della performance.
M.D.V. Quali videomaker o registi ti hanno influenzato?
M.F. Almodovar, Marina Abramovic, Sopie Calle. In generale, quando lavoro su un tema, indago e studio le opere che possono avere similitudini o punti di contatto con l’argomento che sto affrontando, e non solo quelle degli artisti che mi piacciono.
Didascalia: Mariana Ferratto, still da video “senza titolo”, 2007, 3′ min
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