In Piero Bargellini, il trattamento della pellicola è parte essenziale del video, ne diventa il rumore, lo stato d’animo, la forza poetica. In Stricnina il cineasta sperimentale pare omaggiare a tratti i Lumiére o le vagues pre-sessantottine. I cieli, le atmosfere, la vita quotidiana, però, incontrano il “di qua” della pellicola: i graffi, i colori, il disco che gira. Ne viene fuori un lavoro di grande forza espressiva.